PompeiiinPictures

34. Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti.  

Previously said to be in Gragnano or Santa Maria la Carita, contrada Carita.

Clandestine Excavation 1899. Official Excavations 1900, 1901, and 1904.

 

Bibliography

Garcia y Garcia L., 2017. Scavi Privati nel Territorio di Pompei. Roma: Arbor Sapientiae, no. 35, p.244-252.

Notizie degli Scavi di Antichità, 1921, p. 416.

Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 275-280.

Stefani, G. Carta Archeologica in Rivista di Studi Pompeiani, p. 205.

 

Location?

Della Corte

Villa rustica esplorata dal sig. cav. Carlo Rossi -Filangieri in un fondo del sig. comm. Agnello Marchetti, posto immediatamente ad Ovest della Via Scafati-Gragnano, nella contrada Carità, in Comune di Gragnano.

 

Villa rustica explored by Sig. cav. Carlo Rossi -Filangieri in a fund of Sig. Comm. Agnello Marchetti, located immediately west of the Via Scafati-Gragnano, in the Carità district, in the Municipality of Gragnano.

 

Stefani

Un’accurata analisi della documentazione archivisti e catastale ed indagini topografiche hanno invece consentito di indivuare nel foglio catastale 17 di Pompei, particella 221, il sito delle indagini di scavo e quindi di localizzare esattamente il rinvenimento nel territorio comunale di Pompei e non in quello di S. Maria la Carita. La villa e dunque ad est della via che congiunge S. Maria la Carita e non ad ovest di essa come indicato nel Corpus Topographicum Pompeianum.

 

A careful analysis of the archivist and cadastral documentation and topographical investigations have instead made it possible to identify in the Pompeii cadastral sheet 17, parcel 221, the site of the excavation investigations and therefore to exactly locate the discovery in the municipal territory of Pompeii and not in that of S Maria la Carita. The villa is therefore to the east of the road that connects S. Maria la Carita and not to the west of it as indicated in the Corpus Topographicum Pompeianum.

 

Vedi/See Stefani, G. Carta Archeologica in Rivista di Studi Pompeiani, p. 205.

 

Notizie degli Scavi di Antichità, 1921

Note: Excavations undertaken by private citizens in the Pompeian territory.

(Ten years ago, by commission expressly from sig. Superintendent prof. Vittorio Spinazzola, I had to prepare an extensive report, accompanied by numerous photographs, plans and drawings on eleven private excavations of which no news had been given yet. But now that every investigation to find it has been in vain, so it must be considered as definitively lost, and now the Soprintendenza considers that gap must be filled, not without pain, I have redone the work already completed and with this and other subsequent reports, I will give news of the precious topographical antiquarian material, unearthed in the excavations).

(signed Matteo Della Corte).

See Notizie degli Scavi di Antichità, 1921, p.416, (note 1).

 

Notizie degli Scavi di Antichità, 1923,

VERSIONE ITALIANO

 

NdS 1923 Villa VIII.

Villa rustica esplorata dal sig. cav. Carlo Rossi -Filangieri in un fondo del sig. comm. Agnello Marchetti, posto immediatamente ad Ovest della Via Scafati-Gragnano, nella contrada Carità, in Comune di Gragnano. [Ora si dice di essere a Pompei – vedi nota di Grete Stefani in questa pagina.]

 

Quasi alla stessa distanza dalle mura di Pompeii [come la Villa rustica esplorata dal sig. Giacomo Matrone], ma 400 metri circa più ad oriente, nella regione che segna la maggiore depressione della valle del Sarno, fu restituita alla luce quest'altra grande villa rustica, invasa dalle acque latenti e coperta di deiezioni vulcaniche per le medesime altezze già riscontrate nella villa rustica esplorata dal sig. Giacomo Matrone. Qui però le esplorazioni si potettero eseguire sempre all'asciutto e nel più breve tempo, perché, aperto intorno alla villa un sufficiente canale di raccolta delle acque, col mezzo di due potenti pompe idrovore, azionate da una macchina a vapore, si riuscì a portar via le acque nelle ore di lavoro.

 

L'edificio (fig. 3), di pianta quadrata, perfettamente orientato, accessibile ai carri per l'ingresso principale “A” (un ingresso secondario è sul lato occidentale nell'ambiente “n.20”), sviluppava i suoi gruppi di fabbriche, tutti rustici, sui lati di una vasta corte centrale, “B”, nella quale colonne semplici, doppie colonne congiunte mediante pilastri medii, ed in gran parte i vani d'accesso agli ambienti circostanti, erano costruiti di materiale laterizio. La muratura, di opus incertum, nuda quasi dappertutto, non ebbe mai decorazioni.

 

Accanto alla cella ostiaria, “1” , era il grande stabulum, “2”, nel quale ricoveravansi i numerosi equini e bovini (se ne rinvennero gli scheletri), a servizio della vasta azienda agricola: gli abbeveratoi delle bestie in parola riconosconsi nei capaci lacus di terracotta “a” e “b”, e nella vasca in muratura ‘c”. Nel lato meridionale, intorno ai due atrioli “C e D”, si raggruppavano dormitorii di schiavi e di villici, magazzini di deposito delle derrate, e laboratori varii, per i quali non si hanno elementi di definizione: esprimo a solo titolo d'ipotesi l'opinione che nell'atriolo “C” fosse anche un caseificio (vedi avanti), mentre per “D” la definizione di ergastulum, come or ora si vedrà, è molto probabile. Fra i due atrioli, negli ambienti “n.14 e 15”, era installato il più completo pistrinum. Sui portici ovest e nord della corte si può credere fossero gli appartamenti padronali: scale in “c” ed in “m” attestano l'esistenza di ambienti in piano superiore, dei quali però nessun avanzo ci pervenne.

 

Si addossavano al lato occidentale dell'edificio: una spaziosa cella vinaria, “E”, disseminata di dolii (altri dolii erano anche negli ambulacri della corte “B”); il grande torcular, “n.28”; e, fra la cella vinaria ed il torcular, la grande tettoia, “n.27”, adibita, almeno l'anno 79, come deposito di legname. Lo scavo difatti vi rimise alla luce, e meravigliosamente conservate nella loro quasi totale integrità originaria, travi di legno in grandissimo numero, la cui fibra era stata preservata dalla corruzione dai ricchi minerali di ferro sciolti nell'acqua latente del sottosuolo. Una di quelle travi, lunga m.7, larga alla base m.0,.30, trasportata a Pompei, vi si conserva tuttora intatta, nell'atrio della “scuola archeologica”.

 

Non mi resta che far cenno della scarsa suppellettile raccolta durante lo scavo.

 

Presso l'ingresso “A”, nei cui strati superiori si raccolse un bronzo imperiale tardo, si rinvenne, incastrato nel suolo, a funzionarvi da abbeveratorio, un grande vaso di terracotta, di m.0,71 di diam., forato nel fondo, che è ad imbuto.

 

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923 plan from NdS.
See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 276, fig. 3.

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923 plan from NdS.

Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 276, fig. 3.

 

Dal cortile “B” provengono i seguenti oggetti.

- Portico meridionale: due grandi dolii alti m.1,30, in più punti ricuciti con grappe di piombo anticamente, ed un'anfora con l'epigrafe CIL. IV, 6942: PPPP | A. V. M.

- Angolo sud-ovest: un fondo di grossa scodella aretina con la marca CIL. X, 8055 29: C. P. P.; quattro lucerne circolari monolychni, semplici; un boccale a recipiente ovoidale, alto m.0,25; due urcei monoansati, alti m.0,17 e 0,18; un sottile poculo monoansato, alto m.0,09; tre piatti rustici di m.0,23-0,26 di diametro; due pignatte cilindrico-coniche, ad orlo piano, larghe m.0,26 e 0,32. Bronzo: i due coni vuoti, lunghi m.0,32, che una volta terminavano e coprivano i bracci del giogo di una grande bilancia (trutina), dalle grandi coppe di legno appese a corde; alle estremità dei due coni sono tuttora uniti per l'ossido gli uncini di ferro nei quali mettevano capo le corde di sospensione.

- Nell’ambulacro orientale: un altro grande abbeveratoio simile all'altro già descritto, largo m.0,98 e con l'orlo ingrossato; due urcei monoansati, alti m.0,21 e 0,25; due lucernine circolari, semplici, una delle quali con la lettera H a rilievo sotto il fondo; un poculo ovoidale monoansato, alto m.0,11, esternamente decorato a palline riportate; vetro: una boccettina quasi cilindrica, lunga m.0,18.

- Ambulacro occidentale: ferro: tre verghe, desinenti ciascuna da un lato in un anello e dall'altro in un uncino, alte m.0,85, d'ignoto impiego, al pari di due altri ferri ripiegati ad arco doppio (elementi di bardatura?). Terracotta: un'anfora conica alta m.0,43; quattro urcei monoansati, alti m.0,12-0,15; due pignattini monoansati, alti m.0,09-0,11; un altro, alto m.0,09, a palline esterne riportate; una lucernetta monolychae, larga m.0,07; un piatto rustico di m.0,22 di diametro; una pignatta senza anse, alta m.0,24: terracotta aretina: due scodelle con la marca, in pianta pedis, CIL. X, 8055 19 c: Fortu...; altra di m.0,12 di diametro, esternamente adorna di teste equine e rosette a rilievo, con la marca nel fondo CIL. X, 8056 100: Cori(nthus); i fondi di tre altre scodelle aretine con le marche CIL. X, 8055 36 c: L.R. Pis; 8055 36 l: L. R. Pi; 8055 8 a: Cn. Ale(i) Ar...

 

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923 Come ergastulum va considerato l'atriolo, “D”, per la presenza del ceppo per la punizione degli schiavi ivi rinvenuto.
Il robusto arnese di ferro, era capace d'immobilizzare per un piede solo sino a quattordici schiavi contemporaneamente.
See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 277, fig. 4.

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923 Come ergastulum va considerato l'atriolo, “D”, per la presenza del ceppo per la punizione degli schiavi ivi rinvenuto.

Il robusto arnese di ferro, era capace d'immobilizzare per un piede solo sino a quattordici schiavi contemporaneamente.

Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 277, fig. 4.

 

Nell'atriolo “C”, sopra l'apposito focolare segnato in pianta, “d”, si rinvenne una grandissima caldaia di bronzo, che fa pensare alla manipolazione di grosse quantità di latte(?), ad una officina casearia che la villa comprendesse: la caldaia, che misura m.1,06 di diametro e m.0,32 di altezza, ha il fondo leggermente concavo e l'orlo rientrante, e reca esternamente saldate due anse di ferro anulari. Nelle vicinanze della fornace si raccolsero:

- Bronze: una pignatta ovoidale, alta m. 0,35; una cerniera a doppia aletta e una borchia circolare, tornita, col relativo anello; avanzi di una cassa o di una porta di legno.

- Marmo: due frammenti di un capitello ionico, bianco, alto m.0,14 e largo m.0,30.

- Vetro: una bottiglia a recipiente cubico ed ansa a nastro, alta m.0,14.

- Terracotta: un urceo monoansato, alto m.0,17; il fondo di una patera aretina con la marca in pianta pedis (C. X, 8055 36 l) L. R. Pi.

 

Come ergastulum va considerato l'altro atriolo, “D”, per la presenza del ceppo per la punizione degli schiavi (fig. 4), ivi rinvenuto. Il robusto arnese di ferro, capace d'immobilizzare per un piede solo sino a quattordici schiavi contemporaneamente, per mezzo di chiodi, infilati nelle bandelle connesse con la sua verga inferiore, era fissato ad una trave incastrata nel suolo; e, presentandocisi con la chiave nella toppa della serratura, e con la verga superiore per un certo tratto sfilata degli anelli d'inserzione, chiaramente attesta che uno o più schiavi ne furono liberati al momento della catastrofe. Con l'interessante arnese di punizione null'altro qui si raccolse, all'infuori di due anfore vinarie, recanti sul collo l’una l’epigrafe CIL. IV, 9638, M. Ve. V. e l’altra il titolo inedito

M • F

 

Sull'orlo di un grande dolio, di quelli segnati in pianta nella cella vinaria, ”E”, era notata, in numeri graffiti, la capacità del dolio stesso, di (amphorae) LXXXXVIIS (C. IV, 6937): non pochi di detti dolii poterono asportarsi interi o in frammenti, con i relativi coperchi circolari, muniti, al centro, di un'ansa a ponte: sopra uno solo dei coperchi era impresso, in lettere rilevate, il bollo recante le iniziali dello stesso figulo rivelatoci dal precedente scavo [la Villa rustica esplorata dal sig. Giacomo Matrone] : A(ulus) P(lautius) E(utactus):

 

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923. Bollo A P E. Aulus Plautius Eutactus.
Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 278.

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923. Bollo A P E. Aulus Plautius Eutactus.

Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 278.

 

Seguono ora gli altri trovamenti, preceduti dalla menzione dell'ambiente nel quale si fecero:

“N.6”: un asse repubblicano coi tipi del Giano e della prora di nave; una pignatta ovoidale, biansata, di terracotta, alta m.0,18.

“No.8”: - Terracotta: un'anfora vinaria alta m.0,65; due lucerne monolychni; un urceo panciuto; due fritilli alti m.0,07 e 0,09, per il giuoco dei dadi.

“No.9”: un'anfora; tre urcei alti m.0,21,0,24 e 0,16; una pignatta alta m.0,14; una scodella aretina recante nel fondo la marca C. X 8055, 40: Succes(si),

e, sotto il fondo, graffito il nome

SVTOR

un urceo da liquamen, monoansato, alto m.0,42.

“No.10”: quattro anfore vinarie; una pignatta alta m. 0,35; un urceo alto m.0,21; altro, alto m.0,28, il cui collo si apre in una bocca trilobata.

“No.13”: un tegame a recipiente sferico-conico, di m. 0,22 di diametro: un urceo a pancia sferica, monoansato, alto m.0,26.

“No.17”: un'anfora.

Nell'ambiente “No.20”, le cui terre non furono per il passato manomesse, si raccolse un considerevole gruppo di oggetti:

- Oro: un paio di orecchini, lunghi mm.30, formati di una sbarretta orizzontale sormontata da un dischetto, e nei cui capi si articolano due verghette desinenti in piccole perle.

- Argento: una grossa armilla omerale, larga m.0,09, fatta di una verga che, rastremandosi ai capi, si attorciglia all'incontro dei capi stessi.

- Bronzo: un'anforetta alta m.0,15, le cui anse sono decorate in basso da due mascherette comiche; un mestolo dalla coppa emisferica larga m.0,08 e dal manico lungo m. 0,37; una casseruola di m.0,11 di diametro, sulla cui ansa, desinente in un foro semilunato, è impressa la marca C. X, 8071 36: Cip.. Polybi ; un'altra casseruola di m.0,13 di diametro: un colabrodo di m.0,23 di diametro ; un crogiuolo cilindrico, alto m.0,18; i frammenti di due caldaie a recipiente sferico-conico e collo cilindrico, larghe m.0,25 e 0,30; due fibbie e tre anelletti; una situla a recipiente semiovoidale, alta m. 0,30, munita di ansa ad arco, di ferro, ed esternamente protetta da fascie verticali di ferro, partenti da un unico cerchio situato sotto il fondo. Insieme con questa situla, si raccolse una catena di ferro, composta di trenta maglie contorte come il numero 8, e desinente in un grosso anello. Un'altra situla cilindrica, alta m.0.17, ad orlo piano, e, finalmente, una coppia di robuste urnae vinarie, alte m.0,33 (figure 5 e 6), le cui anse, desinenti in su in un dito umano che s'innalza e s'incurva sull'orlo, terminano in giù in uno scudo scolpito. Nell'uno degli scudi vedesi l'ovvio gruppo di Bacco nudo (meno un drappo visibile solo attraverso il torace) il quale, stringendosi col braccio sinistro al collo di Sileno, nudo, barcollante e armato del tirso, versa da un cratere, che regge con la destra, il vino nella bocca spalancata della pantera che gli saltella accanto: nell'altro scudo vedesi incedere a destra, tutta nuda, meno un velo che avvolge i lombi ed è trattenuto dal braccio sinistro, una figura muliebre nell'atteggiamento della Minerva Pacifica, (vedi S. Reinach, Rep. de la stat. gr. et rom., I, pp. 234 e 236.) [una Victoria(?), una Venus Victrix (?)] l'asta stretta nella sinistra accostata al corpo, un elmo corintio nella destra protesa avanti.

 

Con i descritti bronzi erano pure i seguenti oggetti ed utensili di ferro: due chiavi lunghe m.0,16; un'altra lunga m.0,10; una punta di trapano lunga m.0,10; due lamine ancora attaccate ad avanzi di legno, dentellate nei loro contorni e di ignota destinazione: una stadera, lunga m.0,64, con l’aequipondium di piombo.

- Vetro: una boccetta alta m.0.12, semifusa dall'azione del fuoco.

- Terracotta: due urcei panciuti, alti m.0,20 e 0,09; un bicchiere rustico, due pignattini e una tazza aretina; due lucerne monolychni, l'una delle quali ha nel disco il rilievo di una maschera comica, e sotto il fondo, in rilievo, la lettera H; due scodelle rustiche, di m.0,18 e 0,24 di diametro; un abbeveratoio da uccelli, di m.0,07 di diametro, e un fritillo ovoidale, alto m.0,11, per il giuoco di dadi.

 

Solo un'anfora si trovò nell'ambiente “n.21”; un'anfora ed un urceo monoansato, alto m.0,14, nel contiguo “n.22”; quattro anfore ed un urceo da garum in “23”.

In “25”:

- Ferro : dieci grosse grappe, lunghe m.0.28, con un capo rastremato e l'altro uncinato.

- Vetro: due boccette. — Terracotta: due urcei monoansati, alti m.0,28 e 0,25; un boccale alto m.0,25; due pignattini, alti m. 0,10 e 0,14. In “26”:

- Bronzo: un pomo da bastone, alto m.0,06, composto di varii anelli torniti, fra loro saldati; una casseruola di m.0,12 di diametro.

- Ferro: due freni equini con gli anelli di bronzo che ne dipendevano. —Terracotta: un dolio ovoidale, alto m. 0,55, a piede piano, munito di quattro anse ad

orecchietta presso l'orlo; sei anfore; un urceo da liquamen; un urceo panciuto; un boccale; una pignatta alta m.0,17; tre lucerne monolychni, semplici; un piatto rustico, largo m.0,18, e una scodella pseudo-aretina alta m.0,05.

 

In “26”: un'anfora vinaria ed una pignatta cipolliforme, biansata, alta m.0,20. In “32”: un urceo monoansato, un bicchiere rustico e una lucerna semplice, i frammenti di una larga scodella aretina; avanzi organici: una pigna con i pinoli ben conservati; i resti di una cesta di vimini: una quantità di materia scura, della consistenza della pece, nel fondo di un vaso.

 

In “33”: — Terracotta: due urcei da garum: una pelvi di m.0,35 di diam., due anfore vinarie e altri due urcei recanti le epigrafi solite:

G. F. SCOMBR      [CIL IV 9396]

e  

G. F. SCOMBR

        SCAVRI      [CIL IV 9401]

 

Nel contiguo ambiente “n.34” si rinvennero i resti di una tràpeza marmorea, consistenti del pilastrino di sostegno, di marmo giallo antico, partente da una base modinata, di bardiglio, di m.0,30 di lato, desinente in su in un capitellino di bardiglio, e preceduto anteriormente da un bustino di Mercurio, in marmo bianco. Ivi pure:

- Bronze: un urceo panciuto, alto m.0,25, dalla cui ansa dipendeva un piccolo coperchio che poteva occludere l'orlo.

- Terracotta: un urceo della stessa forma.

 

In “35”:

- Terracotta: tre anfore vinarie e un pignattino alto m.0,15.

- Ferro: un bastone lungo m.1,06, con tre fascette di bronzo strette intorno al suo punto medio. Da tutta l'area scavata si recuperarono, in perfetto stato di conservazione, tegole 84 ed embrici 60, che, trasportati a Pompei, vi furono adibiti nei restauri degli edifìci. Sopra le tegole si lessero i bolli seguenti:

CIL. X, 8042 44, Domiti Alexan(dri);

8042 48 e, L. Eumach(i) Erot(is);

e questo terzo, mutilo, inedito, impresso in lettere cave :

 

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923. Terzo Bollo. QVINTIAI.
Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 280.

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923. Terzo Bollo. QVINTIAI.

Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 280.

 

Il pistrinum. di questa grande fattoria (“14, 15”) attira su di sé l'attenzione per la complessità, le proporzioni e la perfetta distribuzione dei suoi reparti. Esso consisteva adunque:

1°) di una mola manuaria alta m. 0,52, di pietra vulcanica (in “h” sulla pianta);

2°) di un grande molino della stessa pietra vulcanica, alto m.1,85, recante incise sulla parte inferiore del catillus e sulla parte superiore della meta, rispettivamente, le epigrafi in grosse lettere:

C. E - C E A (= CIL. X, 80576; in “g” sulla pianta);

3°) del forno molto ampio, “i”;

4°) di un interessante apparato, “K”, per la pinsatura e spogliatura del grano, del quale spero potermi presto occupare in un apposito studio. [Per una fotografia del Pilum Tuscum successivamente ricostruito da Matteo Della Corte e Luigi Jacono, Vedi See Garcia y Garcia L., 2017. Scavi Privati nel Territorio di Pompei. Roma: Arbor Sapientiae, p. 251 fig. 89.]

 

Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1923, p. 275-280.

 

ENGLISH VERSION

NdS 1923 Villa VIII.

 

Rustic villa explored by sig. cav. Carlo Rossi -Filangieri in a fondo of sig. comm. Agnello Marchetti, located immediately west of Via Scafati-Gragnano, in the Carità district, in the Municipality of Gragnano. [Now said to be in Pompeii – see note by Grete Stefani on this page.]

 

Almost at the same distance from the walls of Pompeii [as the Villa rustica explored by sig. Giacomo Matrone], but about 400 metres further east, in the region marking the greatest depression in the Sarno valley, this other large rustic villa was brought to light, invaded by latent water and covered with volcanic deposits for the same heights already found in the villa rustica explored by sig. Giacomo Matrone. Here, however, the explorations could always be carried out dry and in the shortest time possible, because, having opened a sufficient water collection channel around the villa, two powerful water pumps, driven by a steam engine, were able to remove the water during working hours.

 

The building (fig. 3), with a square plan, perfectly oriented, accessible to the carts through the main entrance 'A' (a secondary entrance is on the western side in room no. 20), developed its groups of rooms, all rustic, on the sides of a vast central courtyard, 'B', in which simple columns, double columns joined by means of median pillars, and for the most part the access rooms to the surrounding rooms, were built of brick material. The masonry, of opus incertum, bare almost everywhere, was never decorated.

 

Next to the cella ostiaria, '1', was the large stabulum, '2', which housed the numerous horses and cattle (their skeletons were found), serving the vast farm: the drinking troughs for these animals can be recognised in the large terracotta lacus 'a' and 'b', and in the masonry basin 'c'. On the southern side, around the two atriums 'C' and 'D', there were slaves' and peasants' dormitories, food storage warehouses, and various workshops, for which we have no elements of definition: I am only speculating that in atrium 'C' there was also a cheese factory (see below), while for 'D' the definition of ergastulum, as we shall now see, is very probable. Between the two atriums, in rooms 14 and 15, the most complete pistrinum was installed. On the west and north porticos of the courtyard one may believe that these were the master's apartments: staircases in 'c' and 'm' attest to the existence of rooms on the upper floor, of which, however, no remains have come down to us.

 

The following flanked the western side of the building: a spacious wine cellar, "E", dotted with dolia (other dolia were also in the ambulatory of court "B"); the great torcularium 28; and, between the wine cellar and the torcularium, the large roofed area 27, used, at least in the year 79, as a lumber warehouse. The excavation in fact brought to light, wonderfully preserved in their almost total original integrity, wooden beams in huge numbers, the fibre of which had been preserved from decay by the rich iron minerals dissolved in the latent subsoil water. One of those beams, 7 m long, 0.30 m wide at the base, transported to Pompeii, is still [1923] preserved intact, in the atrium of the "scuola archeologica".

 

It only remains for me to mention the scarce furnishings collected during the excavation.

 

At entrance 'A', in whose upper layers a late imperial bronze coin was collected, a large terracotta vase, 0.71 m. in diameter, perforated at the bottom, which is funnel-shaped, was found embedded in the ground, functioning as a drinking trough.

 

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923 plan from NdS.
See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 276, fig. 3.

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923 plan from NdS.

Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 276, fig. 3.

 

The following objects come from courtyard "B".

- Southern portico: two large dolia 1.30 m high, sewn together in several places with lead grips in ancient times, and an amphora with the epigraph CIL. IV, 6942: PPPP | A.V.M.

 

- South-west corner: bottom of a large bowl from Arezzo with the mark CIL. X, 8055 29: C.P.P.; four simple single flame circular oil lamps; a jug with an ovoid shape, 0.25 m high; two single-handed urcei, 0.17 and 0.18 m high; a thin single-handled poculus [cup], 0.09 m high; three rustic plates of 0.23-0.26 m in diameter; two cylindrical-conical pots, with flat rim, 0.26 and 0.32 m wide. Bronze: The two empty cones, 0.32 m long, which once terminated and covered the arms of the yoke of a large scale (trutina), with large wooden cups hung on ropes; at the ends of the two cones the iron hooks in which the suspension cords terminated are still joined by the oxidisation.

 

- In the eastern ambulatory: another large trough similar to the one already described 0.98 m wide and with a thickened rim; two single-handled urcei, 0.21 and 0.25 m high; two simple circular lamps, one of which with the letter H in relief under the background; an ovoid poculus [cup] with one handle, 0.11 m high, externally decorated with small balls; an almost cylindrical glass bottle, 0.18 m long.

 

- Western ambulatory: iron: three rods, each ending on one side in a ring and on the other in a hook, 0.85 m high, of unknown use, like two other irons bent into a double arc (elements of harness?). Terracotta: a conical amphora 0.43 m high; four single-handled urcei, 0.12-0.15 m high; two single-handled pots, 0.09-0.11 m high; another, 0.09 m high, with external balls; a single flame lamp, 0.07m wide; a rustic plate of 0.22 m in diameter; a pot without handles, 0.24 m high: terracotta from Arezzo: two bowls with the mark, with flat foot, CIL. X, 8055 19 c: Fortu...; another of 0.12 m in diameter, externally adorned with horse heads and rosettes in relief, with the mark on the bottom. CIL. X, 8056 100: Cori(nthus); the bottoms of three other bowls from Arezzo with the marks CIL. X, 8055 36 c: L.R. Pis; 8055 36 l: L. R. Pi; 8055 8 a: Cn. Ale(i) Ar...

 

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923 Come ergastulum va considerato l'atriolo, “D”, per la presenza del ceppo per la punizione degli schiavi ivi rinvenuto.
Il robusto arnese di ferro, era capace d'immobilizzare per un piede solo sino a quattordici schiavi contemporaneamente.
See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 277, fig. 4.

Pompeii. Rustic villa on the Agnello Marchetti property. 1923 The atrium, 'D', should be considered as an ergastulum, due to the presence of the stump for punishing slaves found there.

The robust iron contraption was capable of immobilising up to fourteen slaves by one foot at the same time.

See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 277, fig. 4.

 

In the atrium 'C', above the hearth marked 'd' on the plan, a very large bronze cauldron was found, suggesting the handling of large quantities of milk(?), and a dairy workshop that the villa included: the cauldron, measuring 1.06 m in diameter and 0.32 m in height, has a slightly concave bottom and recessed rim, and bears two ringed iron handles welded to the outside. In the vicinity of the kiln were collected:

- Bronze: an ovoid pot, 0.35 m high; a double-wing hinge and a circular turned boss, with its ring; remains of a wooden chest or door.

- Marble: two fragments of an Ionic capital, white, 0.14 m high and 0.30 m wide.

- Glass: a bottle with a cubic body and ribbon handle, 0.14m high.

- Terracotta: a single-handled urceus, 0.17 m high; the bottom of a plate from Arezzo with the mark in a flat foot (C. X, 8055 36 l) L. R. Pi.

 

The other atrium, “D”, is to be considered an ergastulum due to the presence of the block for the punishment of slaves (fig. 4), found there. The sturdy iron tool, capable of immobilizing up to fourteen slaves by one foot at the same time, by means of nails inserted into the strips connected to its lower rod, was fixed to a beam stuck in the ground; and, presenting itself to us with the key in the keyhole of the lock, and with the upper rod removed for a certain distance from the insertion rings, it clearly attests that one or more slaves were freed from it at the moment of the catastrophe. With the interesting punishment device nothing else was collected here, except for two wine amphorae, on the necks one bearing the epigraph CIL. IV, 9638, M. Ve. V. and the other the unpublished title M F.

 

On the rim of a large dolium, one of those marked on the plan in the wine cellar, 'E', the capacity of the dolia itself, was noted, in graffitied numbers, of (amphorae) LXXXXVIIS (CIL. IV, 6937): quite a few of these dolia could be removed whole or in fragments, with their circular lids, equipped, in the centre, with a bridged handle: on only one of the lids was stamped, in raised letters, the initials of the same potter revealed to us by the previous excavation [The Villa rustica esplorata dal sig. Giacomo Matrone]: A(ulus) P(lautius) E(utactus).

 

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923. Stamp A P E. Aulus Plautius Eutactus.
See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 278.

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923. Stamp A P E. Aulus Plautius Eutactus.

See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 278.

 

The other finds now follow, preceded by the mention of the room in which they were made:

"No.6": a republican asse of the Janus type and a ship's prow; an ovoid, two-handled terracotta pot, 0.18 m. high.

"No.8": - Terracotta: a wine amphora 0.65 m high; two single flame oil lamps; a bellied urn; two cups (fritilli) 0.07 and 0.09 m high, for playing dice.

"No.9": an amphora; three urcei 0.21, 0.24 and 0.16 m high; a piñata 0.14 m high; an aretina bowl with the mark on the bottom. CIL. X 8055, 40: Succes(si),

and, under the bottom, graffito is engraved the name

SVTOR

an urceus for liquamen, single-handled, 0.42 m high.

"No.10": four wine amphorae; a pot 0.35 m high; an urceus 0.21 m high; another, 0.28 m high, whose neck opens into a trefoil mouth.

"No.13": a spherical-conical pan, 0.22 m. in diameter; a single-handled Urceus with a spherical belly, 0.26 m. high.

"No.17': an amphora.

In room "No.20", whose soil was not tampered with in the past, a considerable group of objects was collected:

- Gold: a pair of earrings, 30 mm. long, formed of a horizontal bar surmounted by a small disc, and in the ends of which are articulated two small rods with small pearls.

- Silver: a large armband, 0.09 m wide, made of a rod which, tapering at the ends, twists at the meeting of the ends.

- Bronze: a small amphora 0.15 m high, the handles of which are decorated at the bottom with two comic masks; a ladle with a hemispherical bowl 0.08 m wide and a handle 0.37 m long; a saucepan 0.11 m in diameter, on the handle of which, ending in a semi-circular hole, is impressed the mark CIL. X, 8071 36: Cip. Polybi; another saucepan, 0.13 m in diameter; a colander, 0.23 m in diameter; a cylindrical crucible, 0.18 m high; the fragments of two boilers with a spherical-conical vessel and cylindrical neck, 0.25 m wide 0.25 m and 0.30 m wide; two bucklers and three small rings; a situla with a semi-ovoid body, 0.30 m high, fitted with an arched iron handle and externally protected by vertical iron bands, starting from a single circle located under the bottom. Together with this situla, an iron chain was gathered, composed of thirty links twisted like the number 8, and ending in a large ring. Another cylindrical situla, 0.17 m high, with a flat rim, and, finally, a pair of robust wine urns, 0.33 m high (Figures 5 and 6), whose handles, ending upwards in a human finger that rises and curves at the rim, ending downwards in a carved shield. In one of the shields we see the obvious group of naked Bacchus (minus a drape visible only across the chest) who, clasping his left arm around the neck of Silenus, naked, staggering and armed with the thyrsus, pours wine from a crater, which he holds with his right hand, into the gaping mouth of the panther leaping beside him: In the other shield, a female figure in the attitude of the Minerva Pacifica, can be seen striding to the right, completely nude, minus a veil that wraps around her loins and is held by her left arm (see S. Reinach, Rep. de la stat. gr. et rom, I, pp. 234 and 236.) [a Victoria(?), a Venus Victrix (?)] the spear clasped in the left hand pulled close to the body, a Corinthian helmet in the right hand stretched forward.

 

With the described bronzes were also the following iron objects and utensils: two keys 0.16 m long; another 0.10 m long; a drill bit 0.10 m long; two sheets still attached to scraps of wood, notched around their edges and of unknown destination: a steelyard balance, 0.64 m long, with a lead counterweight.

- Glass: a flask, 0.12 m high, half-melted by the action of fire.

- Terracotta: two pot-bellied urcei, 0.20 and 0.09 m high; a rustic goblet, two small pots and a cup from Arezzo; two single flame oil-lamps, one of which has in the disc the relief of a comic mask, and under the bottom, in relief, the letter H; two rustic bowls, 0.18 m. and 0.24 m. in diameter; a drinking trough for birds, 0.07 m in diameter, and an ovoid fritillum, 0.11 m high, for playing dice.

 

Only one amphora was found in room "n.21"; an amphora and a single-handled urceus, 0.14 m high, in the adjoining "n.22"; four amphorae and a garum urn in "23".

 

In "25":

- Iron: ten large rods, m.0.28 long, with one end tapered and the other hooked.

- Glass: two small bottles.

- Terracotta: two single-handled urcei, 0.28 and 0.25 m high; one jug 0.25 m high; two small pots, 0.10 and 0.14 m high.

 

In "26":

- Bronze: a stick pommel, 0.06 m high, composed of various turned rings, welded together; a saucepan, m.0.12 in diameter.

- Iron: two equine bits with their bronze rings.

- Terracotta: an ovoid dolium, 0.55 m high, with a flat foot, fitted with four ear shaped handles at the rim; six amphorae; a liquamen urceus; a pot-bellied urceus; a jug; a pot, 0.17 m high; three simple single flame oil lamps; a rustic dish, 0.18 m wide, and a pseudo-Attic bowl, 0.05 m high.

 

In "26": a wine amphora and an onion-shaped, two-handled pot, 0.20 m high.

 

In "32": a single-handled urceus, a rustic goblet and a simple oil-lamp, the fragments of a large bowl from Arezzo; organic remains: a pine cone with well-preserved pine nuts; the remains of a wicker basket: a quantity of dark matter, of the consistency of pitch, in the bottom of a vase.

 

In '33': - Terracotta: two garum urcei: a basin with a diameter of 0.35 m, two wine amphorae and two other urcei bearing the usual epigraphs:

G. F. SCOMBR  [CIL IV 9396]

e  

G. F. SCOMBR

        SCAVRI   [CIL IV 9401]

 

In the adjoining room "n. 34", the remains of a marble tràpeza were found, consisting of the supporting pillar, made of antique yellow marble, starting from a 0.30 m. wide, modelled base made of bardiglio, ending in a small bardiglio capital, and preceded by a white marble bust of Mercury.

Also there:

- Bronze: a pot-bellied urceus, 0.25 m high, from the handle of which hinged a small lid that could occlude the rim.

- Terracotta: an urceus of the same shape.

 

In "35":

- Terracotta: three wine amphorae and a pot 0.15m high.

- Iron: a 1.06 m long stick, with three bronze bands tightened around its midpoint. From the entire excavated area, 84 tiles and 60 roof tiles were recovered in perfect condition, which, transported to Pompeii, were used there in the restoration of the buildings. Above the tiles the following stamps were read: CIL. X, 8042 44, Domiti Alexan(dri);

CIL X, 8042 48 e, L. Eumach(i) Erot(is);

and this third, mutilated, unpublished, engraved in hollow letters:

 

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923. Third stamp. QVINTIAI.
See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 280.

Pompeii. Villa rustica in proprietà Agnello Marchetti. 1923. Third stamp. QVINTIAI.

See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923: p. 280.

 

The pistrinum. of this large farm (14, 15) attracts attention for its complexity, its proportions and the perfect distribution of its parts. It consisted therefore of:

First, of a manual millstone 0.52 m high, of volcanic stone (in "h" on the plan);

Second, of a large mill of the same volcanic stone, 1.85 m high, bearing engraved on the lower part of the catillus and on the upper part of the meta, respectively, the epigraphs in large letters:

C. E - C E A (= CIL. X, 80576; in “g” on the plant);

Third of the very large oven, "i";

Fourth of an interesting apparatus, "K", for beating/stretching and stripping the grain, which I hope will soon be able to deal with in a special study. [For a photograph of the Pilum Tuscum subsequently reconstructed by Matteo Della Corte and Luigi Jacono, See Garcia y Garcia L., 2017. Scavi Privati nel Territorio di Pompei. Roma: Arbor Sapientiae, p. 251 fig. 89.]

 

See Notizie degli Scavi di Antichità, 1923, p. 275-280.

 

Villa Marchetti

Plan of Villa Marchetti

Plan of Villa Marchetti

The villa Marchetti located in Santa Maria La Carità was a very large villa, over 2000 sqm. where, in addition to the cultivation of grapes (wooden poles were found for the vineyard), horses and cattle were bred, cereals were grown, and the production cycle was completed with the mill and cooking in the ovens. Cheese was probably produced, as evidenced by a bronze boiler. Large lead pipes and hydraulic valves, found near the villa and along the roads (for example in the current Piazza Trivione and throughout the Carmiano area), are testimony to the extent of services in use. A housing block for 14 slaves was found.

 

See https://www.wikiwand.com/en/Stabiae

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento - Last updated: 14-Mar-2023 17:35